Storia della A.C. Seleçao Libertas Calcetto |
"Preistoria" e stagione 1996/1997 |
L’Associazione Calcistica Seleçao Libertas Calcetto, come sezione dedicata al calcio a 5 all’interno del Centro Sportivo Libertas Sesto, nasce ufficialmente nel luglio del 1996. Ma il nucleo fondatore ha radici più lontane. Vediamo infatti i vari Sergio Noseda, José Sala, Michele De Giglio, Fabrizio Di Pietro, Sergio Lombardi, Flavio Mandelli e Marco Spinelli, amici con una grande passione per il pallone, nel 1994-95 partecipare al Torneo amatoriale denominato “Transalpino”. Tra l’altro con buoni risultati, visti il raggiungimento della semifinale e la sconfitta solo al cospetto di quel Toniolo destinato negli anni successivi a raggiungere addirittura la serie A2. Già la squadra gioca con la maglia gialla e si chiama Seleçao: un nome che vuole sì ricordare per assonanza la ditta fornitrice delle divise, ma che soprattutto vuole ispirarsi a come la Seleçao originale (la nazionale brasiliana) intende il calcio. Ovvero, divertimento e un pizzico di fantasia. Super impegno in questa stagione per Marco Spinelli, che in contemporanea disputa il campionato FIGC di serie C con lo Sporting Sesto. Lo stesso che giocherà l’anno successivo Sergio Noseda (futuro primo capitano della Seleçao Libertas), con la casacca della Domus Bresso. Ma torniamo alla fatidica estate del 1996: il gruppo di amici, alcuni dei quali legati alle attività della parrocchia Santo Sefano e dell’oratorio San Luigi, si sente pronto per fare il salto di qualità e accetta quindi l’invito di Cesare Tremolada, presidente del Centro Sportivo Libertas Sesto, di costituirsi in società. La Seleçao si affilia così alla Federazione Italiana Giuoco Calcio e si iscrive al campionato di serie D. Primo presidente è Sergio Rusconi che, curiosamente, di professione fa l’editore anche se nulla ha a che fare con il “celeberrimo” Rusconi. La cosa, però, fa il suo effetto. Vice-presidente è Gaetano Ferri, cognato del portierone Michele De Giglio, così come l’allenatore Antonio Magarelli e il “primo tifoso” Nicola Antonacci, l’inventore dell’incitamento “forza canarini”, in ossequio allo sgargiante colore sociale giallo. Quando si dice, l’importanza della famiglia. C’è grande entusiasmo e voglia di fare, ma mai si perdono di vista i valori fondanti dell’amicizia, del divertimento e della fantasia, con l’artista del gruppo, José Sala, che realizza le caricature dei compagni ispirandosi proprio al soprannome “canarini”. Tutti i giocatori (cui si aggiungono Andrea Nava, Maurizio Quaggetto, Dario Virgili, Nunzio Di Muzio e Luca Loreto) si tassano per coprire le spese della stagione (il concetto della quota sociale rimarrà una costante nella storia della Seleçao): Sergio Noseda e compagni esordiscono ufficialmente a Monza, pareggiano 4-4 con il Pro Victoria. La settimana successiva, presso la palestra dell’Istituto “Galileo Ferraris” di Sesto San Giovanni (ancora oggi la casa della Seleçao) arriva il primo successo: 4-1 sul Max e Teo di Monza. I “canarini”, spesso alle prese con problemi di organico (tanto che capita anche a mister Magarelli, ex portiere, di scendere in campo, sia tra i pali che come giocatore di movimento) concludono la loro prima serie D al nono posto. Flavio Mandelli è il bomber della squadra, con 43 reti. La Seleçao Libertas porta avanti anche un messaggio di solidarietà: sulla maglia appare infatti una coccarda con il logo di Emergency, l’associazione umanitaria che si occupa di aiutare le vittime civili di tutte le guerre (e impegnata in particolare nella campagna contro le mine antiuomo) fondata dai coniugi sestesi Gino Strada e Teresa Sarti. Un messaggio che all’apparenza può stridere con la ditta di onoranze funebri che campeggia, come sponsor, sulle borse dei “canarini”: ma anche questo è la Seleçao... La Seleçao si affretta ad esportare la propria passione anche all’estero, partecipando a Praga alla “Karls Cup”, torneo internazionale dilettantistico di calcio a 5. Opposti a squadre olandesi e tedesche, i sestesi superano il girone eliminatorio (due vittorie e un pareggio) con un gioco tipicamente all’italiana: difesa arcigna e micidiali ripartenze in contropiede, per tamponare il maggior talento tecnico degli avversari. «You play like Trapattoni», si sentono dire i giocatori della Seleçao: e il Trapattoni dei “canarini” è Fabrizio Di Pietro, allenatore per necessità, in quanto bloccato da un infortunio. E solo un gol subito in “zona Cesarini” impedisce alla Seleçao di approdare addirittura in semifinale. |
Stagione 1997/1998 |
L’estate del 1997 conduce a importanti novità in seno alla società. Nascono infatti delle divergenze, su come impostare l’immediato futuro, tra il nucleo fondatore della Seleçao Libertas, deciso a non smembrare il gruppo, e il trio Rusconi-Ferri-Magarelli, propenso a rinforzare l’organico, a costo però di sacrificare alcuni elementi della squadra. Prevale la prima linea: Maurizio Quaggetto viene eletto presidente, con Sergio Lombardi e Nunzio Di Muzio suoi vice. Una scelta sofferta: non solo perché porta a rinunciare ad uno sponsor già pronto a sostenere la squadra, ma anche perché costringe ad interrompere il rapporto sportivo con persone che restano comunque importantissime nella vicenda storica della Seleçao. Non si è perso però il rapporto umano con Gaetano Ferri e Antonio Magarelli, quest’ultimo successivo (e sempre leale) avversario dei suoi ex “canarini” sulle panchine prima della Stella Sestese e poi del Power Geas, due delle altre compagini “calcettistiche” di Sesto San Giovanni. Grazie ai buoni auspici di Sergio Noseda, arriva poi, come nuovo allenatore, Osvaldo Tiraboschi: per tutti, il “Nini”. Lui, il calcio vero, lo ha visto da vicino, come guardalinee di serie C2 e, addirittura, come “quarto uomo” in serie A. Tra i giocatori Andrea Nava lascia il posto in porta al giovane Giuseppe Mianulli. Il campionato FIGC 1997-98 vede la Seleçao Libertas migliorare il piazzamento della stagione precedente: i “canarini” finiscono al sesto posto, in un girone difficile, come lo sono tradizionalmente tutti quelli che comprendono compagini del bergamasco e del bresciano. E, a proposito del già citato Trapattoni, Tiraboschi tenta di imitarlo, con la sua mentalità: squadra accorta e “primo: non prenderle”. Non a caso la Seleçao perde per la prima volta solo alla propria ottava partita: ma delle precedenti sette, quattro erano stati pareggi, che hanno impedito subito a Noseda e compagni di fare corsa di alta classifica. Alla fine del campionato sono ben nove i pareggi racimolati dai “canarini”, record societario tutt’ora imbattuto. L’estate del 1998 inaugura le partecipazioni della Seleçao Libertas Calcetto alla “Copa Maresme - Penya Barcelonista” di Lloret de Mar, nei pressi di Barcellona. Dal punto di vista agonistico, inaugura una serie di quattro eliminazioni al primo turno. Ma, non tutti i mali vengono per nuocere e, nei cinque giorni di soggiorno spagnolo (rispetto ai tre di Praga), qualche (per usare un eufemismo) concessione alle attrattive turistico-culturali della zona, allo splendido mare della Catalogna, al buon mangiare e al buon bere, arriva a mitigare le “delusioni” del calcio a 5 internazionale. D’altra parte, gli stessi organizzatori della Euro-sportring promuovono il torneo a metà tra pallone e vacanza: e gli alfieri della Seleçao, giustamente. (durante l’anno si studia e si lavora...) non si tirano indietro. |
Stagione 1998/1999 |
In vista della stagione 1998-99 si resta, ancora, senza allenatore: “Nini” Tiraboschi preferisce rinunciare: non è facile, d’altra parte, svolgere il ruolo di tecnico cercando di far sì (come da indicazione societaria) che tutti gli elementi del gruppo giochino, più o meno lo stesso numero di minuti. Nel frattempo bisogna registrare anche gli innesti di Ezio Fornari e Andrea Fioresino, che vanno ad aumentare il numero dei giocatori. Si prova allora, per mantenere gli stessi intenti, la strada dell’autogestione, anche se, inizialmente, è Sergio Lombardi, più di altri compagni, a svolgere nel concreto il ruolo dell’allenatore-giocatore. Non mancano le difficoltà (da metà campionato circa, le decisioni sui cambi sono effettivamente “collettive”), ma questa resta comunque l’annata più positiva della Seleçao in quanto a risultati: sul campo i sestesi si piazzano quarti nel girone C (Milano e hinterland) di serie D, a braccetto con la Igor, con un bilancio, in 30 partite, di 58 punti, 18 vittorie (mai più fatto meglio), 4 pareggi e 8 sconfitte. Ma i “canarini” non riescono ad approfittare di una stagione particolare, che porta le prime quattro di ogni raggruppamento in serie C. La “colpa” è anche del Milano calcio a 5, la cui seconda squadra (la prima milita nella massima serie) è inserita nel girone della Seleçao. Per regolamento può giocare, ma è fuori classifica: al termine del campionato, quindi, nello stilare le graduatorie ufficiali (quelle che contano per il salto di categoria), ogni squadra perde i punti conquistati contro il Milano. E per la Seleçao è un salasso da 6 punti (invalidati i due successi per 9-5 e 8-6), mentre la Igor, avendo perso con i meneghini sia all’andata che al ritorno, rimane a quota 58. Il quarto posto sul campo resta però sacrosanto, così come i 47 gol di Flavio Mandelli e il 17-2 interno sul Free Mix che ancora oggi è la vittoria più larga nella storia della Seleçao in un match di serie D. |
Stagione 1999/2000 |
Anche nel 1999-2000 continua l’esperimento dell’autogestione tecnica, con una variante: ogni giocatore, a rotazione, si incarica di ricoprire per una partita il ruolo di allenatore. Si palesano (era già successo nel torneo precedente) in particolare le capacità “gestionali” del duo Marco Spinelli-Dario Virgili, ma in generale il campionato è meno brillante: sesta posizione (su 13 squadre) in serie D per i “canarini” (nuovi innesti, gli attaccanti Lorenzo Fornari e Gianluca “Pato” Urraci) e una situazione che necessita assolutamente di una scossa. |
Stagione 2000/2001 |
L’estate del 2000 è quella delle rivoluzioni, in ogni senso: alcuni componenti del “nucleo storico” (Maurizio Quaggetto, Sergio Lombardi, Fabrizio Di Pietro) non militano più nella Seleçao ed è Sergio Noseda che decide di prendere in mano le redini della società. È lui il nuovo presidente-giocatore, con Nunzio Di Muzio suo vice, nonché responsabilità dirigenziali anche per Luca Loreto, che riesce a sua volta a coinvolgere nell’avventura “canarina” il padre Adriano. Un nuovo organigramma cui, però, manca ancora la figura dell’allenatore. Basta, infatti, con le autogestioni e con il concetto del “giochiamo tutti”: Noseda, pur senza mai che si tralasci il valore del gruppo, vuole ora una gestione più “agonistica”. Il nuovo tecnico, però, per vari motivi, tarda ad arrivare e in questa situazione di incertezza Michele De Giglio, José Sala, Dario Virgili e Flavio Mandelli accettano la corte della Stella Sestese allenata dall’ex Antonio Magarelli, che dopo la retrocessione dalla C vuole rinforzarsi per tentare di ottenere una nuova promozione. A settembre, finalmente, la Seleçao Libertas Calcetto ha il suo allenatore: Furio Eberini. E anche la squadra comincia a prendere forma: Tiziano Eberini, portiere dalle grandi doti fisiche; Alberto Guerriero, attaccante molto tecnico e Davide Bega, bomber dal sinistro micidiale. E poi Carmelo Patroniti, Alessandro Posterli e Ignazio Lobascio. Fa ancora qualche apparizione la fantasia di Marco Spinelli, mentre, a stagione in corso, si unirà alla squadra un giovane promettente come Francesco Bacchetta. Gli inizi sono difficilissimi: con l’organico spesso ridotto all’osso, la Seleçao, al termine del girone d’andata, si ritrova, con 12 punti, nelle ultime posizioni della graduatoria. Si ricorda, comunque, un “eroico” 4-4 in casa del Nova Buone Forchette (poi dominatore del girone), con grandi parate di Giuseppe Mianulli e con l’altro estremo difensore, Tiziano Eberini, schierato (con gol, ne realizza cinque in questa stagione) come attaccante. Ci si arrangia come si può... Decisamente meglio il ritorno: 23 punti con 7 successi in 13 partite e una marcia da “grande” che permette alla Seleçao di risalire sino alla settima piazza. Alberto Guerriero e Davide Bega segnano quasi 60 reti in due, nonostante una presenza non proprio continua a causa di infortuni e impegni di lavoro. Sulle ali dell’entusiasmo, la Seleçao si aggiudica (primo e finora unico “primo posto” nella storia canarina), presso i campi del Centro Sportivo San Raffaele, la quinta edizione della “Summer Cup” di Milano, a ulteriore conferma che, almeno sulla carta, sono buonissime le premesse per far bene nella stagione 2001-02. |
Stagione 2001/2002 |
Dario Virgili torna alla corte del presidente Noseda e in più mister Furio Eberini può contare su un terzetto proveniente dalla Rondinella (ex serie C): Roberto De Vita, Francesco Barbiero e Magnus Tiozzo. Ma soprattutto, si completa la famiglia Loreto: dopo Luca e papà Adriano, ecco Alessandro, cannoniere di razza. Sul piano societario, vi sono poi importanti evoluzioni: all’interno di un percorso di crescita impostato da Noseda si decide di “raddoppiare” e di iscrivere una squadra anche alla serie A del campionato Sportland, un torneo amatoriale di buon livello che si dipana lungo tutto l’arco dell’annata sportiva. Due compagini, ma un unico gruppo per gli allenamenti: questa la strada intrapresa, con i responsabili tecnici (Furio Eberini per la FIGC e Nunzio Di Muzio per lo Sportland) che di volta in volta effettuano le convocazioni. In serie D non è un’annata facile. Tutt’altro. Il girone “Bergamo-Brescia” è complicato da affrontare, sia per la forza delle squadre (nella vincitrice del raggruppamento, il Brescia calcio a 5, milita addirittura il “mito” Mico Martic) che per la distanza delle trasferte. La Seleçao infarcisce l’andata con ben sei sconfitte consecutive: storicamente i “canarini” si migliorano nel ritorno e succede anche questa volta (18 punti contro 11), ma il bilancio generale (decimo posto) non può essere positivo. Spiccano solo i 48 gol di Alessandro Loreto, primato stagionale FIGC per un giocatore della Seleçao. Il gruppo Sportland (in campo in questo torneo, come nelle varie uscite internazionali, con la maglia di Emergency) si piazza sesto nel proprio girone, mancando la qualificazione alle fasi successive del torneo. Da registrare, qui, il “ritorno all’ovile” anche di Flavio Mandelli, il bomber storico dei “canarini”. |
Stagione 2002/2003 |
E veniamo all’ultima annata sportiva, 2002-03: cambia registro la gestione unica FIGC-Sportland, che aveva creato qualche malumore. Ora i gruppi sono due, ben distinti e affidati sempre a Furio Eberini e Nunzio Di Muzio, che lascia così definitivamente i campionati federali dopo sei anni di più che onorata militanza. Per quel che concerne il torneo Sportland, l’intenzione iniziale è quella di ricostruire gran parte del nucleo originario della Seleçao, con il ritorno dei vari De Giglio, Sala, Lombardi, Quaggetto, Spinelli. Le presenze reali saranno però assai più rade del preventivato e anche per questo la squadra chiuderà ultima il proprio girone (Cristiano Villa con 12 gol e José Sala con 7 i migliori realizzatori), con una poco invidiabile striscia di 13 sconfitte consecutive. Il gruppo FIGC ha un nuovo capitano: si tratta di Luca Loreto, che riceve la fascia da Sergio Noseda e completa così la sua evoluzione, da virgulto della prima Seleçao a punto di riferimento per i compagni. Il fratello Alessandro, invece, si lascia allettare dalla corte della Stella Sestese e passa dall’altra parte della “barricata calcettistica” cittadina. La squadra di mister Furio Eberini, nella prima parte della stagione, può contare sul rientro, seppur saltuario, di Davide Bega, mentre progressivamente si inseriscono elementi preziosi quali il jolly Bruno Selmi e la punta Igor Bassi: risultati, però, non arridono alla Seleçao. Una svolta alla decima giornata: un ribaltone tecnico all’interno della Stella Sestese convince Alessandro Loreto a chiedere di essere svincolato per poter tornare alla Seleçao, seguito dai fratelli Stefano e Oscar Piano. Con questi tre innesti, la squadra può dirsi ora veramente completa e in 17 partite, raccoglie 12 vittorie, 1 pareggio e 4 sconfitte, per un totale di ben 37 punti. La chiusura di campionato è addirittura travolgente, con otto risultati utili consecutivi e sei successi di fila: cifre record nella storia della Seleçao. Luca Loreto e compagni risalgono la china, sino al quinto posto e si mangiano le mani per alcuni scivoloni (in particolare i match interni con Brusuglio e Stella Sestese persi ingenuamente in “Zona Cesarini”) senza i quali si sarebbe potuta addirittura centrare la zona play-off per la promozione in serie C2. Dal suo ritorno in maglia Seleçao, Alessando Loreto realizza ben 47 reti, andando a segno in tutte le 17 partire disputate. E mentre alcuni fra i “canarini” (rigorosamente “griffati” Emergency) sfiorano la finale al Torneo di Cattolica, la dirigenza capeggiata da Sergio Noseda (e arricchitasi del prezioso apporto, come tesoriere, di Enrico Ieva) si sente matura per tentare, in vista della stagione 2003-04, il grande salto. Si decide, pur dolorosamente, dopo un triennio di proficua collaborazione, la separazione con il mister Furio Eberini. Il tecnico del futuro sarà Roberto Tommaso (ex Burago calcio a 5 e Stella Sestese), coadiuvato da Claudio Tibs come preparatore atletico. |
Stagione 2003/2004 |
La storia continua... |